La traumatologia è la branca della chirurgia che si interessa delle lesioni da traumi: eventi violenti in la cui forza vulnerante danneggia i tessuti perché ne supera il limite di resistenza. Nei casi più gravi ai danni locali si associa il coinvolgimento delle condizioni generali, per cui si parla di malattia traumatica.
Generalità
È legata alle varie attività che vengono svolte dall’uomo e quindi la sua eziologia vede prevalere alcune cause rispetto ad altre a seconda dei periodi storici (eventi bellici, rivoluzione industriale) o delle abitudini sociali (urbanizzazione e incremento dei trasporti, diffusione delle attività sportive). In epoca moderna, nei paesi più industrializzati dell’Occidente, la traumatologia ha assunto un particolare rilievo diventando in assoluto la prima causa di malattia e rappresentando la prima causa di morte nei soggetti al disotto dei 40 anni. La maggiore complessità dei quadri clinici (politraumi) ma anche l’impegno che richiedono i casi più semplici (ricorso a prestazioni di Pronto Soccorso e ad esami strumentali quali quelli eco e radiografici) ne fa una malattia dai costi sanitari e sociali altissimi. Gran parte degli eventi traumatici è conseguenza degli incidenti stradali e di quelli sul lavoro, ma in gran numero si verificano anche in ambito domestico.
Per l’alto numero di soggetti coinvolti contemporaneamente e per l’entità della patologia risulta particolarmente grave la traumatologia legata alle grandi catastrofi naturali ed agli eventi bellici, così come, fenomeno attuale, quella legata agli attentati terroristici (settore di cui si occupa, in termini più generali, la medicina delle catastrofi).
Dal punto di vista clinico le lesioni traumatiche si presentano con quadri diversi, da quelli più banali rappresentati da contusioni e ferite di lieve entità a quelli più gravi in cui le lesioni interessano organi interni: endoperitoneali, endocranici, endotoracici. Le conseguenze saranno quindi a volte distrettuali a volte polidistrettuali.
Ogni evento traumatico, anche se localizzato, ha comunque una ripercussione sul resto dell’organismo. Questo coinvolgimento può essere minimo, quindi non percepito, o viceversa più evidente, tanto da assumere le caratteristiche di una vera e propria malattia: Malattia Traumatica. La M.T. deve essere intesa come la risposta dei sistemi di difesa corporei all’insulto traumatico e coinvolge anche organi non direttamente interessati dal trauma. Si presenta con sintomi vaghi ed incostanti: febbricola, astenia, cefalea, paresi intestinale, modesta oliguria, iperglicemia, da distinguere nettamente da quelli specifici del trauma. La M.T. regredisce in pochi giorni ma qualche volta la reazione dell’organismo si rivela insufficiente a contrastare le perturbazioni legate all’evento traumatico e la situazione evolve verso quadri sempre più gravi di insufficienza multiorgano, fino allo shock irreversibile ed alla morte.
Si fa distinzione tra traumi chiusi quando i tegumenti rimangono integri e traumi aperti quando essendo stati interrotti si crea un tramite tra l’esterno e le strutture interne dell’organismo. I traumi aperti sono più soggetti ad infezione per contaminazione batterica, ma certamente più gravi sono quelli chiusi, meno appariscenti ma più subdoli perché possono celare, almeno nella fasi iniziali, lesioni importanti di organi interni.